Una delle più grandi credenze nel mondo delle startup è che basti avere una grande idea per iniziare. Se l’idea è buona, si troverà un modo.
Bullshit.
Scusate se sono diretto, ma ho sentito questa storia così tante volte e visto così tanti aspiranti imprenditori bloccarsi su questo punto che sento la necessità di far chiarezza senza troppi giri di parole.
Le idee, quando si parla di startup, valgono poco. Pochissimo.
Si dice che le startup siano 1% idea e 99% esecuzione ma, secondo me, questa stima è molto generosa con le idee. Le idee sono quasi gratis. In effetti, a pensarci bene, non valgono praticamente nulla.
Se vuoi un’idea per una startup, basta che tu legga l’account parodia BoredElonMusk su Twitter o che ti faccia un giro su ProductHunt, oppure, se sei avventuroso, puoi andare di persona a qualche evento per startup e per acceleratori di impresa ad ascoltare le conversazioni della gente.
Il mondo è pieno di idee.
Le idee vengono generate in pochi secondi a costo zero. Realizzarle potrebbe richiedere migliaia di ore lavoro uomo e milioni di euro. Per ogni mille idee c’è, se va bene, una persona che può iniziare a costruirci qualcosa.
Il mondo è pieno di gente che parla, ma pochissimi fanno, in particolare in Italia.
Ti racconto un aneddoto, realmente avvenuto, che riguarda un’azienda italiana con un fatturato di decine di milioni di euro.
Questa azienda, che chiamerò PincoPalla S.r.l., ha un core business (attività principale) stabile e di successo. Non ha avuto bisogno di soldi di mafia o di salvataggi in corner del governo, secondo la vecchia tradizione “debiti pubblici, profitti privati”. Insomma, un vero business, che ha clienti soddisfatti e che è cresciuto organicamente, perché ha un prodotto che risolve un problema a qualcuno.
Questo è raro, specialmente in Italia.
Faccio notare che PincoPalla S.r.l., nonostante sia cresciuta in fretta e vanti un fatturato milionario, non è proprio una startup. Ha quasi mille dipendenti e collaboratori sparsi nel territorio, e per crescere 10x deve probabilmente aumentare di 5x il numero di dipendenti.
La complessità di gestione di un’azienda cresce proporzionalmente al numero di dipendenti necessari a farla funzionare, non al numero di clienti che ha.
Federico Pistono
PincoPalla S.r.l. scala con difficoltà.
Bene, un giorno il CEO di PincoPalla S.r.l. decide di espandersi aggressivamente in altri terreni. Mette otto dei suoi dipendenti a creare “progetti innovativi”, che chiama startup.
Dopo tre anni ci sono dieci progetti avviati.
Quanti di questi stanno portando profitti? Zero.
Quanti stanno facendo un po’ di soldi (revenue)? Zero.
Quanti sono usati da milioni di utenti? Zero.
In effetti, dopo tre anni, nessuno di questi prodotti è mai passato alla fase di testing sul mercato, che invece dovrebbe avvenire nel giro di qualche settimana. La cosa sconvolgente è che il CEO di PincoPalla conosce benissimo la teoria sulle startup. Ha letto Paul Graham (forse). È a conoscenza dei concetti di rapid prototyping (cicli di iterazione veloci), metodologie lean startup e via dicendo. Tre anni, migliaia di righe di codice scritte, per creare prodotti mai testati da un utente.
Com’è possibile?
È il classico caso del medico che fuma. Sa che è sbagliato, ma lo fa lo stesso. Il CEO di PincoPalla S.r.l. si era innamorato di qualche idea, che ha spinto nonostante i dati e il mercato gli dicessero che non avrebbe funzionato.
Non sono le idee che contano, ma le persone che le sviluppano e la loro insaziabile motivazione intrinseca a far funzionare a qualunque costo un progetto che sta loro a cuore.
Le startup non sono un’entità astratta e immateriale. Sono fatte da persone, con sogni, aspirazioni, motivazione, passione, determinazione.
Ciò che conta non sono le idee, ma le persone che le hanno. Le brave persone possono aggiustare le cattive idee, ma le buone idee non possono salvare le cattive persone.
Paul Graham
Non dimenticarlo mai.