Devo fare una confessione.
Non sono perfetto. Non lo sono mai stato, e penso che lo non sarò mai.
Fin dalla tenera età mi sono messo il cuore in pace e ho deciso che mi sarei accontentato di fare semplicemente del bene nella vita e seguire dei principi, molti dei quali mi hanno insegnato i miei meravigliosi genitori, che colgo l’occasione di ringraziare per avermi educato e sostenuto per tutti questi anni.
Grazie mamma, grazie papà.
Allora, se non posso essere perfetto almeno posso provare a fare queste cose che mi hanno insegnato: comportati bene, sii gentile, dì la verità, aiuta chi ha bisogno, cose così insomma.
Non riesco sempre a farlo al 100% (scusa mamma), però ci provo. A volte è difficile essere gentili con chi è in mala fede, però uno dei principi a cui tengo davvero è dire la verità.
Mi è capitato qualche volta di dire delle bugie, devo ammetterlo. Una volta, al lavoro, uno dei miei primi lavori come dipendente, mi trovavo in cucina mentre facevo la pausa caffè e pulivo le tazzine. Ce n’era una in bilico sulla credenza, che è caduta e si è spaccata sul lavandino.
Ero mortificato.
Dopo un po’ entra un mio collega in cucina, io preso dal panico faccio per uscire. Questo vede la tazzina rotta e mi dice:
“Hai rotto tu la tazzina del caffè?”
Io lo guardo, scena tipo “The Office”, e gli faccio:
“Mmm no. Era già così quando sono arrivato.” E scappo.
Sarà stato 15 anni fa, madonna c’ho ancora la vergogna per sta roba.
Insomma, raccontare bugie non è mi mai andato a genio, le poche volte che mi è successo mi è pesato come un macigno. È molto più facile dire la verità, non costa nulla, non devi tenere traccia di quello che hai detto, e puoi stare con il cuore sereno.
Le accuse infondate, le falsità, e le domande a Calzolari
Sono rimasto con il cuore sereno per tanti anni, finché circa un anno e mezzo fa un tizio mi ha accusato pubblicamente di aver detto delle bugie belle grosse. Mi ha accusato di aver raccontato balle sul mio curriculum.
Allora, potete immaginare la mia reazione quando l’ho sentito. Insomma, ho pensato, magari si è sbagliato, magari è confuso, vediamo che dubbi ha, gli rispondo e certamente si risolverà tutto.
Ecco, cercherò di rispettare i principi che mi hanno insegnato i genitori, però su uno di questi so che non sarà facile, perché non sono sicuro che questa persona sia in buona fede. Essere gentili con chi è in mala fede è veramente una sfida, ma ci proverò.
Di chi sto parlando?
Di questo signore qui. Marco Camisani Calzolari. Un giornalista che ha una rubrica su Striscia la Notizia. Si definisce “Guardiano antifuffa digitale”.

Mi spendo da 25 anni […] per cercare di difendere la professionalità di chi lavora seriamente che a volte viene rovinata da chi invece gioca sempre sul filo di lana delle furbizie.
Insomma, un grande professionista che fa questo nella vita.
Alto giornalismo investigativo.
Bene, un giorno, il signor Calzolari si è svegliato, e ha pensato che qualcosa non andava sul mio CV. Invece che scrivermi privatamente o fare una telefonata per avere delucidazioni, decide di scrivere accuse, insinuazioni e insulti rivolti a me nella sua pagina Facebook e sul suo sito.
Ha iniziato con il farmi delle domande, dicendo che aveva dubbi sulla mia carriera. Io, che dò sempre il beneficio del dubbio alle persone, gli ho risposto, gentilmente e pacatamente, in modo puntuale, con un videocommento.
Poi ho pensato, boh, finita lì, tutto risolto.
E invece no.
Un po’ come una zanzara che ti ronza intorno nella stanza da letto mentre dormi, avete presente? Sei lì che fai finta di nulla, cerchi di farti i fatti tuoi, vuoi star tranquillo, e questa inizia zzzzzz e si avvicina. Allora tu pensi, “Dai, lascia stare, anche questa ha il diritto di vivere, ignora e vai avanti”.
E tu più la ignori, più questa torna a romperti le scatole, finché a un certo punto non ti si piazza di fianco all’orecchio e senti quel ronzio fastidiosissimo e dici “mo basta”.
Ecco, con Calzolari è un po’ così.
Nonostante gli abbia fornito le risposte ai suoi dubbi, lui continua a tornare a rompere le scatole.
Allora vediamo quali sono i dubbi di questo Calzolari che, ricordiamo, fa alto giornalismo investigativo. Ha iniziato mettendo in dubbio che io fossi un angel investor.
Ti definisci angel investor […] non si trova traccia di aziende su cui hai investito come angel, avresti voglia di dirmi in quali aziende hai messo soldi e un’idea di quanto?
Adesso, io non voglio certo insegnare al “Guardiano antifuffa digitale”, uno che si spende da 25 anni per cercare di difendere la professionalità di chi lavora seriamente che a volte viene rovinata da chi invece gioca sempre sul filo di lana delle furbizie” a fare il suo lavoro, ma forse potrebbe aiutarlo la conoscenza di uno strumento davvero molto utile, direi fondamentale per chi fa ricerche, chiamato Google.
Mi immagino la scena. Calzolari legge che sono angel investor. E posta su Facebook. Ha anche un sito! Immagino quindi che non sia analfabeta digitale, di certo sarà in grado di verificare se io sia effettivamente un angel investor.
Proviamo, che ne so, a cercare su Google “Federico Pistono Angel Investor” e vediamo cosa viene fuori.
Il primo risultato dice che sono membro di Italian Angels for Growth (IAG).

Bene, proviamo a cercare ora “Federico Pistono Italian Angels for Growth” e vediamo cosa viene fuori.
Il primo risultato è il sito ufficiale di IAG, dove dice non solo che sono membro, ma che sono anche champion di non una, ma ben due startup: Comehome e PainQx.

Comehome è una startup italiana che offre esperienze per conoscere nuovi amici partecipando a eventi nella tua città. Ha raccolto un round da €800k in ottobre 2019, capitanato da IAG, dove Roberto Montandon ed io abbiamo ricoperto il ruolo di champion. Nello specifico, io ho investito la quota più grande, diventando il lead investor, e sono anche membro del board.

A destra, insieme a Federico Santaroni, CTO di Comehome, al suo matrimonio.
Su Comehome ho recentemente fatto un follow-on investment, e con IAG abbiamo investito in un bridge round di circa €500k.
PainQx è una società di diagnostica e software che ha sviluppato un nuovo approccio per misurare oggettivamente il dolore nell’uomo, usando dati EEG e tecniche di Machine Learning. Ha raccolto più di $4 milioni e al momento sta facendo un NIH Phase II clinical study in preparazione alla validazione della FDA, la Food and Drug Administration, l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici. Anche qui ricopro il ruolo di champion, oltre che board observer.

Queste sono due delle 10+ startup in cui ho investito personalmente capitali consistenti, centinaia di migliaia di euro, che ho guadagnato durante la mia carriera professionale.
Il signor Calzolari, invece che fare semplici verifiche, per esempio contattando le startup in questione, ha deciso di mettere in dubbio la mia professione, cercando di infangare il mio nome, con in mano solo dubbi e accuse senza alcuna prova.
Ma non si è fermato lì.
Sembra proprio essere ossessionato da me. Infatti non mi ha dedicato un post con delle domande (perfettamente lecito), neanche due, e nemmeno tre, ma ormai siamo a 10 post o più (crescono come i batteri, forse ha visto una delle mie lezioni sugli esponenziali?).
Insomma, la prassi sembrerebbe essere questa:
- Calzolari fa “domande”, spesso insinuazioni, accuse o semplici falsità, e le pubblica sul suo sito o pagina Facebook.
- Qualcuno me lo fa notare (ebbene lo ammetto, al mattino leggo Nassim Taleb, Max Tegmark, Paul Graham… persone di una caratura un po’ diversa).
- Leggo le sue domande/accuse/insinuazioni/falsità. Sospiro mestamente.
- Rispondo puntualmente.
- Lui ignora (o non capisce) le mie risposte.
- Scrive un altro post in cui ripete le insinuazioni e le falsità, o se ne inventa altre di sana pianta, con lo stesso processo. Back to STEP 1.
Ora, non serve avere un passato da programmatore per capire che questo tipo di espressione “while(1)” è un loop che va avanti all’infinito, continuerà a tormentarmi finché non avrà scavato fino a sapere se ho mai copiato i compiti di latino alle superiori o se ho mai mangiato di nascosto una merendina all’asilo (le risposte sono una sì e una no, ma non vi dico in quale ordine), quindi ho pensato che fosse il caso di uscire da questo loop.
Adesso avrei io un paio di domande per Calzolari, l’autoproclamato “Guardiano antifuffa digitale”.
(1) Calzolari, come mai hai scritto che “non si trova traccia di aziende su cui ho investito come angel”, quando bastava una semplice ricerca su Google da 10 secondi per rispondere a questo tuo dubbio?
(2) Hai scritto così perché non sai usare Google?
(3) Hai scritto così perché semplicemente non avevi voglia di fare una ricerca, e hai preferito scrivere un’accusa cercando di infangare il mio nome, giusto per raccogliere qualche like su Facebook?
(4) Hai scritto così, sapendo che in realtà stavi fuorviando le persone, mettendo dubbi non fondati su di me nelle loro teste?
Se fosse così, questo sarebbe forse anche peggio, Calzolari. Mostrerebbe che sei in malafede, e che non sei interessato a conoscere e a dire la verità.
Proseguendo, Calzolari scrive un post in cui mi accusa di aver “copiato citazioni di altri firmandole col mio nome”.
Accusa di plagio insomma.
Se andiamo a vedere, scopriamo le tre citazioni in questione. Una citazione, nota come la legge di Amara (da Roy Amara, presidente del Institute for the Future), è la seguente:
Tendiamo a sovrastimare l’effetto di una tecnologia nel breve periodo e a sottostimare l’effetto nel lungo periodo.
Devo ammettere che non ne conoscevo la provenienza. È un concetto ben noto in Silicon Valley, un po’ come dire che “la crescita esponenziale è controintuitiva e coglie le persone di sorpresa”. È un concetto per me ormai intuitivo, che arriva dal mio bagaglio di esperienza.
Qualcuno prima di me, ha mai detto questa cosa?
Immagino di sì, ma così su due piedi non saprei dire chi o quando. Ci sono tante persone nel mondo. Dovrei fare una ricerca e verificare.
Ho alcune persone nel mio team che mi aiutano nella pubblicazione sui social. Un modo per estrarre citazioni è prendere qualcosa che ho detto o scritto, creare un’immagine e postarla nei vari canali social.
Dato che il canale è mio, è sempre mia responsabilità fare una check finale su tutto quello che viene postato. Cerco sempre di stare attento a ciò che viene scritto, assicurandomi che non ci siano errori o imprecisioni.
Ad oggi ci sono ormai decine, forse centinaia di citazioni a mio nome. Non essendo perfetto (e avendo tante cose da fare, sapete, fare social non è il mio lavoro), è possibile che qualcosa mi sfugga e che commetta degli errori in buona fede.
In questo caso, non sapendo che fosse una citazione di qualcuno, è stata postata.
Non appena mi è stato fatto notare, ho subito retratto la citazione in questione, aggiungendo la fonte. Honest mistake.
Vediamo la seconda citazione.
Più che di intelligenza artificiale dovremmo occuparci della stupidità naturale.
Che, secondo Calzolari, è stata “rubata” da Steve Polyak, che ha detto:
Before we work on artificial intelligence why don’t we do something about natural stupidity?”
Steve Polyak
Stesso concetto, due frasi un po’ diverse. Come nel primo caso, non sapevo se qualcuno lo avesse detto prima di me.
Dopo che mi è stato fatto notare, ci ho pensato un po’ e mi è venuto in mente il mio amico Piero Scaruffi, che ha scritto un libro titolato “Intelligence is not artificial”.
Una breve ricerca per “natural stupidity” mostra i seguenti risultati:

Insomma, sembra che decine di persone siano colpevoli di plagio di questa citazione!
Ma è davvero così?
Non è che forse i concetti nascono, si diffondono, cambiano, e si evolvono negli anni? In ogni caso, io per correttezza decido di ritirare il post e inserire la fonte che mi aveva ispirato, in questo caso il mio amico Piero Scaruffi.
E qui arriviamo alla terza citazione.
Rimprovera i tuoi amici in privato, lodali in pubblico. Diffida di chi fa il contrario.
Secondo Calzolari, io l’avrei rubata da un tale Vince Lombardi.
Praise in public, criticise in private.
E qui casca l’asino.
La citazione in questione era ispirata da qualcuno, e questa volta con intenzione e cognizione di causa. Infatti ho avuto l’accortezza di indicare nel testo che questa frase era ispirata da qualcuno, ma non Vince Lombardi, bensì Lucio Anneo Seneca, che se non sbaglio è nato qualche anno prima di Lombardi.
Calzolari cos’ha fatto?
Ha preso lo screenshot della mia citazione, ha tagliato fuori la parte dove citavo Seneca, e poi ha detto che l’ho rubata da un allenatore di football americano.
Ora, mi sorgono le seguenti domande:
(5) Calzolari, perché hai detto che ho copiato una citazione, quando invece hai tagliato dallo screenshot la parte in cui citavo Seneca?
(6) Hai postato lo screenshot senza i riferimenti a Seneca perché ti sei sei sbagliato? Se così fosse, sei disposto ad ammettere pubblicamente di aver sbagliato, a scusarti, e a ritirare i post in questione?
(7) Dobbiamo dedurre che non ti è chiara la differenza tra una citazione copiata e una citazione ispirata e revisionata?
(8) Hai detto che ho copiato Vince Lombardi perché non sei a conoscenza dell’esistenza di Seneca?
Se così fosse, non te ne faccio una colpa, per carità. Anzi, colgo l’occasione per consigliarti una lettura, Epistulae morales ad Lucilium (Lettere morali a Lucilio), una raccolta di 124 lettere scritte da Seneca al termine della sua vita. Sono una vera bibbia di saggezza sul comportamento morale e su cosa significhi vivere una vita virtuosa.
In un altro post, Calzolari mi accusa ancora di rubare citazioni e idee.
Tra l’altro, mi complimento per la scelta veramente ottimale del freeze frame del video. Se posso dare un suggerimento, Calzolari, la prossima volta magari cercane uno dove mi metto le dita nel naso, oppure mentre faccio una boccaccia.
Insomma, in questo post mi accusa di rubare idee altrui e di annoverarle come pensieri originali miei. Altra accusa pesante.
Le sue prove quali sono?
Dice: “Oggi ha pubblicato un video in cui dice di aver avuto un’idea […] L’idea in realtà non è sua ma un concetto noto nel mondo accademico americano.“
Chi si è preso la briga di guardare il video in questione, invece che prendere per oro colato quello che dice Calzolari, si è fatto qualche domanda, ed è arrivato ad una conclusione molto diversa dalla sua.
Ho ascoltato il video più volte [di Federico]. Dice “Mi è venuta in mente una cosa mentre stavo osservando un albero”, e poi aggiunge “Mi è venuto in mente di un esperimento che hanno fatto…” Non ho capito dove è che si fa autore di cose non sue. Sta semplicemente citando la storia dell’esperimento […] Aiutatemi a capire.
– Commento di un utente al post di Calzolari.
Appunto, aiutaci a capire, Calzolari. Dove sta il plagio?
Avendo notato l’errore e l’incongruenza, mi sono permesso di farglielo notare direttamente.

Di fronte a una falsità provata, colto di nuovo con le mani nel sacco, Calzolari cosa fa? Reitera vecchie accuse, già dimostrate false, che lui puntualmente ignora.
Back to step 1, insomma.
(9)Calzolari, perché hai detto falsamente che mi sono appropriato di un’idea di altri, quando invece ho chiaramente raccontato un esperimento fatto, citando gli autori coinvolti?
(10) È perché non hai avuto modo di vedere il video per intero? Se fosse così, perché non guardi per intero un contenuto prima di muovere accuse infondate di plagio? Sei a conoscenza del fatto che questo comportamento è sbagliato e anche illegale?
(11) Perché hai tenuto il post, falso e accusatore, online, anche dopo che ti hanno fatto notare questa cosa?
Per riassumere, delle 4 “prove di plagio” di Calzolari ci sono:
- 1 errore in buona fede, subito riconosciuto e sistemato;
- 1 riformulazione di un concetto, come è solito fare da tutti, quindi non plagio, comunque sistemato per trasparenza;
- 1 falsa accusa, dove avevo invece citato un esperimento;
- 1 dove Calzolari è stato colto con le mani nella marmellata a falsificare l’evidenza, rimuovendo la parte in cui citavo la fonte.
Ma queste, tutto sommato, sono bazzecole. Roba da poco. Veniamo alle ciccia, alle cose veramente sostanziose.
In un altro post, Calzolari mi accusa di non aver mai lavorato per HyperloopTT, una startup valutata ormai a un miliardo di dollari, per cui ho lavorato per quasi un anno, ricoprendo anche il ruolo di Head of Blockchain tra il 2017 e il 2018 per circa 6 mesi.
Ho raccontato più di una volta del mio lavoro ad HyperloopTT. I dettagli sul lavoro svolto, come chiunque abbia lavorato in grande aziende sa bene, sono parte del segreto aziendale. Quello che posso dire è che per diversi mesi ho lavorato a stretto contatto con l’allora CEO Dirk Albhorn e il COO Andres De León (l’attuale CEO), andando quotidianamente negli uffici Hyperloop a Los Angeles, e anche viaggiando con loro a Davos e a Dubai, dove hanno una casa-ufficio dentro alla sustainable city (dove ho anche girato un bel video insieme a Bibop Gresta, il chairman di allora).

Dopo vari mesi di lavoro, durante i quali avevo un contratto, riconosciuto come Head of Blockchain, i progetti su cui stavamo lavorando (che erano più di uno), come spesso accade nella grandi aziende, sono stati messi in pausa, e abbiamo deciso di interrompere il rapporto di lavoro.
Bene, vi ho appena esposto i fatti.
Dopo aver preso coscienza di questi dettagli, cosa dice Calzolari, ancora oggi?
Che non ho svolto alcun lavoro per HyperloopTT. E non lo ha detto una sola volta, ma lo continua a reiterare.

Calzolari sostiene di aver parlato con il CEO, suo grande amico da 30 anni.
A parte il fatto che Bibop non è mai stato CEO di HyperloopTT, Dirk Albhorn era CEO, e adesso lo èAndres De León, ma a me sorgono delle domande.
(12) Calzolari, perché dici che non ho “mai lavorato per Hyperloop”, nonostante io sia stato assunto come Head of Blockchain per svariati mesi, lavorando a stretto contatto con il CEO, il COO e il Chairman dell’azienda?
(13) Dici “progetto mai partito quindi mai lavorato” perché non capisci come funziona lo sviluppo dei progetti nella grandi aziende o perché dici il falso volontariamente?
Se fosse la prima, ti invito a usare le tue skill di ricercatore di bufale per investigare su come funzionano le grandi aziende da dentro. Scoprirai che sovente ci sono decine di progetti in sperimentazione o in fase di studio, che possono durare settimane, mesi o anche anni, e che spesso non vengono mai rivelati pubblicamente.
Se fosse la seconda, sei pronto ad assumere la responsabilità delle tue azioni?
(14) Calzolari, se davvero credi che “non ho mai lavorato” per HyperloopTT, mi spieghi come mai un’azienda dovrebbe pagare per sei mesi una persona che non fa nulla?
Ricordo a tutti che stiamo parlando di un ruolo rilevante all’interno dell’azienda, un capo di un intero reparto, ben remunerato, una nota di spesa che se non doveva esserci avrebbe certamente colto l’attenzione del commercialista.
Calzolari, pensi davvero che un’azienda che costruisce treni supersonici sia così stupida da pagare per sei mesi un capo reparto che non fa nulla?
Infine, il grosso cavallo di battaglia di Calzolari. Secondo il giornalista, io millanterei di aver ricoperto un ruolo di responsabile innovazione all’Università Telematica Pegaso. Dice di aver contattato la segreteria, la quale ha confermato che ho avuto un breve contratto di consulenza con l’azienda, senza specificare il ruolo preciso. Quindi, secondo Calzolari, io avrei mentito riguardo al lavoro svolto a Pegaso.
Visto che non è la prima volta che tira fuori questa storia, vi espongo in fatti precisi.
Nel dicembre 2016, dopo qualche incontro con il presidente Danilo Iervolino, firmo un contratto con loro di “consulenza su innovazione e change management” della durata di 3 mesi, dove il presidente mi mette a capo di un team di 10 persone, che rappresentava il reparto innovazione e progetti speciali dell’azienda.
Insomma, sono stato per tre mesi a capo del team innovazione.

In realtà, il lavoro è continuato fino a maggio 2017, quasi cinque mesi dopo il primo incontro, e si è concluso con un report delle attività svolte, dettagliato in 57 pagine di documentazione e consegnato direttamente al presidente.
Ora, se dovessi ricevere un messaggio privato da Iervolino o dalla sua segreteria, in cui viene chiesto per qualche motivo di non usare quell’appellativo nel mio CV, sarò felice di modificarlo e usare la nomenclatura che mi indicheranno.
Fino a quel momento, ritengo giusto di aver scritto così, e chiedo:
(15)Calzolari, perché hai preferito attaccarmi pubblicamente invece che contattarmi o verificare prima le cose di cui mi stavi accusando?
(16) Perché muovi accuse senza fare la giusta verifica e la corretta ricerca per verificare le tue ipotesi e le tue fonti?
(17) Perché, dopo aver ricevuto risposta alle tue domande e aver capito di aver sbagliato, non ammetti pubblicamente gli errori e non chiedi scusa?
(18) Perché mantieni online post e pagine accusatorie, che vanno a ledere la mia immagine, dopo che sono state dimostrate false? È perché te le sei dimenticate?
(19) Ma soprattutto, perché focalizzi la tua attenzione su di me, quando non hai trovato nulla di sostanzialmente falso su ciò che ho detto, ma hai solo dei dubbi marginali che potevano essere risolti tranquillamente con una comunicazione via e-mail tra di noi o tramite una telefonata?
Nessuno è perfetto. Ognuno di noi commette errori.
“Mostrami l’uomo e io ti mostrerò il crimine”
È la famosa frase di Lavrentij Berija, Capo della polizia segreta di Joseph Stalin.
Nell’era di Internet, dove tutto ciò che dici, scrivi, o fai è registrato, catalogato, e disponibile per sempre, è impossibile per una persona non commettere mai errori. Basta scavare a sufficienza, e qualcosa si trova.
La domanda importante, secondo me, è questa: quali errori sono stati commessi? Quanto erano gravi? Chi li ha commessi, lo ha riconosciuto? Lo ha fatto apposta? Si è pentito? Ha fatto ammenda? Era sincero?
Io ho commesso errori nella mia vita e sono stato pronto ad ammetterteli pubblicamente.
In un anno e mezzo di ricerca, definirei ossessiva, Calzolari non ha trovato nulla di sostanzialmente sbagliato in ciò che ho detto o fatto. Piccole cose, marginali, non intenzionali, e subito corrette.
Calzolari, invece, ha dimostrato di aver commesso errori, di averli ripetuti, di non averli riconosciuti, e di non aver ritirato i suoi comportamenti sbagliati.
(20) Cazolari, perché non ammetti i tuoi errori? Sei forse in malafede? Sai di avere sbagliato e non vuoi ammetterlo? Ti vergogni?
Ti capisco sai. Anch’io quando ho rotto quella tazzina in cucina mi sono vergognato e non volevo ammetterlo. Ma insomma, ero poco più che un ragazzino. Col tempo si cresce, si fa ammenda, si ammette di aver sbagliato e si va avanti.
Non è mai troppo tardi.
7 risposte
Caro Federico… posso solo dirti”Non ti curar di lui ma guarda e passa “… perché davvero non ne vale la pena …
Gli angeli , quelli veri , che insegnano il rispetto di se e del mondo , l’aiuto reciproco , il desiderio di vivere in un mondo migliore , fatto dei principi che bravi genitori gli hanno istillato ,non sono molti, in questo mondo di “lupi”.
Tra l’altro secondo me lui così vuole solo farsi pubblicità, nel senso che almeno così si parlerà anche di lui..
Sono convinta che appena smetterai di dargli corda , non ci troverà più gusto a darti fastidio e smetterà …
Dammi retta … tu sei una brava persona … d’altronde si sa la zizzania è dappertutto…
Prosegui il tuo viaggio verso grandi mete … perché ne hai già raggiunte molte e ne raggiunterai ancora …
Federico,
Ti seguo da anni, molto prima di quanto immagini, quando ancora distribuivi in Italia un film incredibile che aiutava ad aprire le menti… e poi col tuo contributo al M5S che agli inizi sembrava un grande sogno per tutta l’Italia, sopratutto per me che sono Buddhist!
Assieme a Steve (😔😔😔che ha lasciato il corpo il 3 Maggio 2020) e che ha creato a Venezia il primo social (Maggio 2000) per connettere i Veneziani e aiutare la città, ti abbiamo ammirato e spesso parlato di te citando i tuoi insegnamenti, ora che sono sola continuo a seguirti con la stessa ammirazione 🙏🏻🤗🙏🏻
Joe
Grazie Joe, e complimenti per tenere viva la memoria di Steve.
un abbraccio
Ciao federico ho letto tutto ovviamente sei un grande come sempre e chi ti conosce sa quanto ti sei impegnato e quanti sacrifici hai fatto per arrivare fino a li hai detto bene prima a dire grazie a mamma e a papà sono due persone meravigliose e hanno fatto un ottimo lavoro con te e soprattutto i tuoi geni non possono assolutamente competere con il signore “so tutto io della tecnologia” mi dispiace aver letto di questo suo dissapore nei tuoi confronti e va a capir alla gente cosa le frulla per la testa, forse la gelosia o l’invidia per i successi non ottenuti rende la gente cattiva, ma non lo saprò mai perché anch’io come te ho avuto dei valori insegnatoci fin dall’infanzia..
comunque ti seguo sempre e spero di vedere una sua risposta alle tute domande! Un abbraccio Paoletta la tua compagna d’infanzia
Ciao Paoletta! 🥰
Wow, che bella sorpresa.
Hai ragione, i valori dei nostri genitori rimarranno sempre con noi.
Spero tu stia bene. Un abbraccio forte.
Fede, il tuo compagno d’infanzia.
Penso che potresti querelarlo.
Ciao
Ciao Federico,
Capisco la tua disapprovazione probabilmente avrei fatto quello che hai fatto te se fosse successo a me.
Non essendo coinvolto emotivamente in
Tutta franchezza ti dico che ho letto 3/4 dei commenti perché poi mi sono stufato e avrei applicato di più lo stoicismo.
Con stima invariata.
Andrea Lovato