Federico Pistono

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🛡Snowden, NSA, tecnologia, privacy e il futuro della società

Sono passati nove anni da quando Snowden ha reso pubblici a tutto il mondo i gravi crimini commessi dalla National Security Agency (NSA), l’organismo del Dipartimento della difesa degli Stati Uniti d’America che, insieme alla CIA e all’FBI, si occupa della sicurezza nazionale americana.

Per più di 10 anni, l’NSA ha spiato illegalmente centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, inclusi noi in Europa, raccogliendo dati personali di tutti noi come messaggi, email, telefonate, rubriche contatti, senza nessun movente… com’è stato possibile?

Tecnologie esponenziali

Lo sviluppo esponenziale delle tecnologie di comunicazione digitale, di archiviazione di dati e di algoritmi di intelligenza artificiale, ci ha permesso di creare servizi fino a poco fa inimmaginabili e di trasformare radicalmente il nostro modo di vivere.

Ricordo, quando ero piccolo, un giorno chiesi ai miei genitori se avessimo dei parenti in giro da qualche parte, dato che non conoscevo nessuno con il nostro cognome. Mi risposero che forse avevamo dei parenti lontani negli Stati Uniti, si ricordavano vecchie storie di prozii che andarono in America in cerca di una nuova vita, ma non avevamo alcuno strumento per sapere chi fossero o come raggiungerli. Per scoprirlo, avremmo dovuto assumere un investigatore esperto a tracciare la stirpe familiare, che dopo mesi di duro lavoro forse avrebbe trovato qualcosa.

Pochi anni dopo arrivò Facebook, e mi bastò scrivere “Pistono” nella barra di ricerca per trovare centinaia di potenziali parenti dai 5 continenti, in meno di un secondo. E per contattarli non dovevo fare altro che cliccare su “scrivi messaggio”.

Grazie alla legge di Moore, il costo di trasferire, archiviare e processare informazioni digitali è crollato esponenzialmente ogni anno per decenni. Il governo americano ha deciso di sfruttare questa opportunità per cercare di avere il controllo assoluto sulle nostre comunicazioni e le nostre vite, usando un’interpretazione molto particolare del “Patriot Act” americano (newspeak degno di Orwell), affermando che “qualunque informazione, di qualunque persona” può potenzialmente aiutare nella lotto contro il terrorismo, quindi loro erano giustificati a raccoglierla.

NSA, Snowden e i pericoli per la democrazia

Snowden, che lavorava per la NSA, ha visto questo comportamento e ne è rimasto scioccato. Dopo mesi di conflitto interno tra la lealtà per i suoi capi e lealtà verso i valori più alti della costituzione e della moralità, ha scelto i valori più alti, sapendo bene che questa scelta avrebbe potuto costargli la vita.

Questi sono i veri eroi.

Altro che gli armchair activists che si fingono paladini della giustizia.

Dopo un’avventura a dir poco rocambolesca, a cui Laura Poitras ha dedicato un documentario che ha vinto il premio Oscar nel 2015, e drammatizzata da Oliver Stone in un film con Joseph Gordon-Levitt nel 2016, dopo 7 anni una corte di giudici americani ha dato ragione a Snowden, stabilendo che il programma della NSA era illegale e che i leader dell’intelligence statunitense che lo hanno difeso pubblicamente non stavano dicendo la verità.

E poi, cos’è successo?

Lascio dirlo a Snowden stesso:

Quindi questo è sempre il processo: quando il governo
infrange la legge, come la corte ha stabilito la settimana scorsa, non c’è punizione.

Non c’è responsabilità penale.

Tutti i bastardi a capo dell’FBI e a capo della NSA che hanno violato i diritti degli americani [e degli europei, NdR] per decenni, quei tipi non vanno in prigione. Non perdono il lavoro, non vedono nemmeno l’interno o l’odore dell’interno di un’aula di tribunale.

E a causa di questo, si crea una cultura di non responsabilità, di impunità, il che significa che con ogni generazione di funzionari governativi, studiano questo caso, studiano i casi contro di loro, studiano dove hanno vinto, studiano dove hanno perso, e cercano di creare un sistema in cui possono infrangere la legge per 10 anni, sapete dal 2001 al 2013, e nessuno sa nemmeno che sta succedendo.

Edward Snowden
20 settembre 2020

L’intervista completa dura quasi due ore e mezza, ed è veramente illuminante. Consiglio a tutti di guardarla.

Per chi ha difficoltà con l’inglese, potete abilitare i sottotitoli cliccando sul bottone CC in basso a destra nel player del video. C’è anche una funzione che permette di usare una traduzione automatizzata e leggere i sottotitoli in italiano.

Come abilitare i sottotitoli in italiano su YouTube.

Che lezione possiamo trarre da questa storia, sull’utilizzo della tecnologia, sulle nostre vite e sul futuro della democrazia?

Trovo questo esempio dei sottotitoli illuminante.

È il 2021. Mi trovo in casa, in lockdown per pandemia, seduto al tavolo, e scrivo un articolo mentre guardo il mare fuori dalla finestra. Per farlo, sto usando un computer creato da una grande multinazionale, connesso a una rete mondiale di computer.

Tra poco lo condividerò su una piattaforma che mette in connessione più di due miliardi di persone ogni giorno, dove mi seguono quasi 100 mila persone.

Questo articolo tratta temi importanti, difficili e pericolosi.

C’è un video. Un video di due e mezza, di un esperto che condivide informazioni di vitale importanza per tutti noi. Appena due decenni fa, questo video non ci avrebbe mai raggiunto. Forse lo avremmo scoperto mesi, anni dopo, forse mai. Ce lo saremmo passati in copie DVD pirata underground, rischiando magari la galera. Adesso è una delle più grandi multinazionali del mondo a permetterci di vedere e condividere questo video, gratuitamente, anche attraverso piccoli oggettini che teniamo in tasca ogni momento.

La stessa multinazionale colpevole di essere stata complice di quei crimini che il video sta denunciando.

E non finisce qui.

Il video è in inglese. Non tutti in Italia sono fluenti in inglese. La stessa multinazionale ha creato non solo gli algoritmi di codifica e decodifica del segnale audio e video, ma anche gli algoritmi di intelligenza artificiale che permettono di creare la trascrizione e la sottotitolatura automatica del video.

Ancora di più. Con un semplice click è possibile poi tradurre questi sottotitoli (seppur imperfetti) in decine di lingue, compresa l’italiano.

Provate a pensarci un attimo. Siate sinceri. Se vi avessi detto tutto questo vent’anni fa, ci avreste creduto? O mi avreste dato del pazzo?

Ecco, questo è il mondo in cui viviamo oggi.

È complesso, pieno di paradossi e intrecciato indissolubilmente con la tecnologia.

L’ultimo fatto, in particolare, non possiamo più ignorarlo. Non si può più dire “io non ci capisco nulla” oppure “a me non interessa la tecnologia, non mi riguarda”, perché invece ci riguarda tutti.

Ne va del futuro della società e delle nostre vite.

Federico Pistono è autore di tre libri, tra cui il successo internazionale “I robot ti ruberanno il lavoro, ma va bene così” e “Startup Zero.0”. Le sue conferenze,  interviste e i suoi video sono stati visti da più di 10 milioni di persone in tutto il mondo.

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65 risposte

  1. Di te ho sempre ammirato l’onestà intellettuale, la sincerità, la chiarezza, e trattare temi come questo non fà che confermare la mia opinione.

  2. Ciao Federico,
    Ho molto apprezzato la tua mail e anche l’idea di ripeterla mensilmente.
    Trovo che sia un servizio veramente molto interessante e ricco di osservazioni che aiutano a riflettere su questioni che altrimenti spesso finiscono per perdersi nel mare di notizie che ci inonda ogni giorno.
    Che posso dire, bravo e grazie per condividere…..
    Rinaldo

    1. Grazie Rinaldo.
      penso di farlo settimanalmente. Mi sto proprio divertendo 🙂

  3. che dire…… sapere la verita’ e potersi confrontare e’ fantastico…. ma siamo sempre sicuri che si tratti di verita’ ? speriamo di si’
    cmq mi piace il tuo modo di pensare/agire
    complimenti

    PS: vedo che i commenti sono del 21 Mar. a me la mail e’ arrivata il 7 May

    1. Ciao Cesare,

      Sì, avevo preparato questo articolo un po’ di tempo fa, ma non l’avevo comunicato quasi a nessuno. Mi sto rifacendo adesso 😁

  4. Ciao Federico, articolo illuminante. Purtroppo ancora non posso far parte di Maverick per motivi economici. Riuscirò a migliorare la mia situazione e sarò dei vostri anche io. Un po’ di pazienza 🙂

  5. Ciao Federico, grazie per l’articolo, davvero ottimo. La tecnologia ci riguarda e come! Il problema è che questa evolve sempre più velocemente mentre aumenta drammaticamente il gap con i paradigmi culturali, la coscienza individuale e collettiva delle persone. La sfida del nostro tempo è quella di saper usare la tecnologia sviluppando una intelligenza connettiva ( si, connettiva, non collettiva) e condivisa, per usare e non essere usati dalla tecnologia .

  6. Oggi nell’Italia di Musumeci e Razza e Palamara non è questione di strumenti am di una nuova etica: etica delle informazioni per arrivare a gestire algortimi di AI etici.
    Oggi non ci sono imprenditori esponenziali che trattano il tema della sovranità digitale dettata da algoritmi AI italiani… come al solito avremo bisogno di un processo di ingegneria inversa per salvarci

    1. La ricerca come la la tecnologia di per per se no non è né buona ne cattiva, dipende sempre dall’uso che se ne vuol fare. Un filosofo / contadino già nel secolo scorso prima della rivoluzione di internet diceva che l’uomo sarà finalmente libero quando non potrà dire una cosa e pensarne un’altra. In sostanza ti leggeranno nel pensiero, e credo non siamo molto lontano dallarrivarci. Se sarà veramente libertà, dipenderà sempre dall’uso che se ne farà.

  7. Salve Federico,
    Penso che chi ha una sua visione personale e la coerenza di mantenerla nel tempo (sopra tutto fuori dal gregge ) alla fine arriva sempre dove ha deciso di arrivare.
    Mi piace la tua idea di condividere i tuoi pensieri e argomenti con noi.
    Complimenti a tè e in bocca al lupo per tutto.

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